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29 MARZO 2012 - AQP NUOVA BATOSTA ''ORA PAGHERA' I DANNI''
29 MARZO 2012 - AQP NUOVA BATOSTA ''ORA PAGHERA' I DANNI''

LA SENTENZA: CHIUSO UN MAXI CONTENZIOSO

 

LO «SFRATTO» ILLEGITTIMO                              IL RISARCIMENTO

Dalle procedure furono esclusi il colosso                                         L'azienda pubblica potrebbe pagare fino a 3

spagnolo «Acciona» e l'azienda barese                                           milioni di danni: ha rifiutato una transazione di

«Lucente», Confermate le decisioni del Tar                                    65Omila euro, «No» anche ai nuovi affidamenti


 

Aqp, nuova batosta «Ora pagherà i danni»

Il Consiglio di Stato boccia le gare di 4 anni fa sulla manutenzione


 

 

 

• L'Aqp ha rifiutato un accordo di poco più di mezzo milione di euro a ora si ritrova una tegola di qualche milione di euro di inevi­tabili richieste di risarcimento danni. Il Con­siglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda della gara di manutenzione della rete idrica (tre ambiti della provincia di Bari), confermando le decisioni già assunte dal Tar un anno fa sulla esclusione illegittima di un raggruppamento di imprese e rincarando la dose sull'azienda pubblica annullando anche i nuovi bandi - nel frattempo ormai scaduti o in proroga. La sesta sezione di Palazzo Spada (presi­dente Giorgio Giovannini) ha infatti respinto gli appelli dell'Aqp con­tro la sentenza del Tar che aveva riconosciuto un minimo danno alla socie­tà «La Lucente) raggruppata in associazione tem­poranea di impresa con la capogruppo «Acciona», società spagnola leader internazionale nel setto­re delle reti idriche che deteneva la maggioranza del lavoro. I giudici di appello hanno inoltre accolto gli appelli proposti dai legali delle sue azienda (gli av­vocati Giovanni Vittorio Nardelli e Sante Nardelli per «Acciona», Giacomo Valla per «La Lucente»), annullando le ulteriori gare bandite da Aqp. I fatti. Tutto inizia nel 2007 quando l'Ati Acciona-La Lucente viene esclusa dalle gare (in cui era arrivata prima) per la manuten­zione delle reti idriche di tre ambiti terri­toriali per una presunta irregolarità dell'azienda barese «La Lucente». A seguito dello sfratto dei vincitori, le gare vennero infatti dichiarate deserte e riaggiudicate ad altre imprese attraverso nuovi bandi: due appalti da 24 milioni andarono all'Ati «Ruta srl (mandataria)» con un ribasso dell'1.69 % - e 0,69% per un altro ambito territoriale -) e un terzo da 13 milioni a Conscoop. Per gli stessi lavori gli spagnoli avevano proposto un ri­basso del 13%, per un importo finale di 33 milioni di euro. Un anno fa il Tar accolse i ricorsi di Ac­ciona e Lucente; quest’ultima (storica im­presa barese con 9 'anni di storia, 2mila dipendenti e commesse in diverse regioni italiane) chiese un danno curriculare pari al 2 per cento dell'importo di sua spettanza (po­che decine di migliaia di euro), mentre Ac­ciona preferì incassare la sentenza favore­vole salvo poi tentare di definire un accordo con Aqp. L'azienda pubblica ha rifiutato di chiudere la partita a 650mila euro che rappresentava il 2 per cento (sull'importo di ag­giudicazione di 33 milio­ni) del cosiddetto danno curriculare già ricono­sciuto alla «Lucente» e or­mai diventato definitivo. Con le decisioni del Con­siglio di Stato dell'altro giorno, però, le cose cam­biano. Perché adesso Acciona (e La Lucente) si ritrova tra le mani una decisione che con­sentirà di bussare ad Aqp ed esigere non solo il danno curriculare ma anche il cosiddetto mancato utile, il cui valore oscilla tra il 5 e il 10 per cento. A conti fatti, si parla di 3-4 milioni di euro ballerini che l'azienda pub­blica potrebbe pagare a seguito di un nuovo giudizio al Tar salvo accordi transattivi. Un anno fa i giudici amministrativi baresi della I sezione (presidente Corrado Alle­gretta, relatore Francesco Cocomile) cen­surarono di «eccesso di potere, travisamento e illogicità» il provvedimento firmato dall'amministratore unico di Aqp, Ivo Monteforte, che confermò la scelta (illegittima) di escludere le imprese.  


 

Il SERVIZIO

Appalti da 37 milioni per servire 3 «ambiti» di Bari e della Bat

Furono bandite nel 2007 le gare contestate al centro della nuova sentenza del Consiglio di stato che boccia le procedure di Aqp. Da un importo di 33 mi­lioni di euro (cifra proposta da «Acciona») l'Acquedotto ha pa­gato poi circa 37 milioni di euro a seguito di una nuova proce­dura di affidamento ad altre im­prese. In particolare, i bandi avevano per oggetto gli appalti del servizio di custodia, condu­zione e ispezione, compresa l'attività di pronto intervento, pulizia e sanificazione delle opere fognarie, nonché dei la­vori di manutenzione ordinaria sulle reti idriche negli abitati de­gli ambiti 4,5 e 7 ricadenti nelle province di Bari e Bat, Trani, Trinitapoli. L'ambito 5 comprende i comu­ne di Bari, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Terlizzi; l'ambito 7, Adelfia, Alberobello, Capurso, Casamassima, Castellana Grotte, Cellamare, Conversano, Locorotondo, Mo­la di Bari, Monopoli, Noci, Noicattaro, Polignano a mare, Putignano, Rutigliano, Triggiano, Valenzano, Turi. L'ambito 4, invece, ricade nel nord barese e comprende Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa, Margherita di Savoia, Mi­nervino, San Ferdinando di Pu­glia, Spinazzola.

 

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Autore / Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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