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14 GIUGNO 2011 - LA SENTENZA. GARA NEGATA, L'ENTE PAGHERA'.
14 GIUGNO 2011 - LA SENTENZA. GARA NEGATA, L'ENTE PAGHERA'.

   

GARA NEGATA, L’ENTE PAGHERA’

MANUTENZIONI RETI IDRICHE, IL TAR RICONOSCE 60MILA EURO DI DANNI ALLA «LUCENTE» ALTRA CAUSA MILIONARIA DA «ACCIONA». I GIUDICI: ECCESSO DI POTERE E ATTI ILLEGITTIMI

 

 

Le 40 pagine di motivazione a firma dell'amministratore dell'Aqp sono state smontate con tre parole dal Tar: eccesso di po­tere, travisamento e illogicità. Sulle contestate gare per la manutenzione idrica, negate tra anni fa a un'associazione temporanea di imprese costituita dagli spa­gnoli di Acciona e dai baresi della «Lucente», i giudici amministra­tivi presentano il conto all'Aqp accogliendo i ricorsi delle due im­prese. Diecimila euro per danno di immagine e il 2 per cento per danno curriculare sull'importo di gara in quota proporzionale alla partecipazione dell'azienda barese al raggruppamento oltre a 8mi­la euro di spese. Tirate le somme, questo scherzetto costerà alle cas­se dell'azienda pubblica dell'ac­qua qualcosa come 60mila euro. Per ora.  Perchè se «La Lucente» ha chiesto solo un tipo di danni, gli spagnoli di «Acciona» (che si sono limitate a chiedere l'annullamen­to degli atti) probabilmente inten­teranno come associazione di im­prese una causa per risarcimento che, in questi caso, rischia di at­testarsi intorno al 5-10 per cento dell'importo globale di aggiudica­zione pari a circa 20 milioni. Tutto parte da un decreto pe­nale di condanna (15mila di vecchie lire) dell'amministratore del­la «Lucente», Giuseppe Volpe, ri­salente al 1994 per una omessa consegna del prospetto paga, poi revocato dal gip di Brindisi nell'ottobre del 2007 nonché da (presunte) violazioni contributive essere state poi accertate inesi­stenti in quanto l'impresa è ri­sultata in regola. Nel dettaglio, questi due elementi erano stati utilizzati - dalla concorrenti e dal­la stessa Aqp - come leva per far escludere la società (quindi l'Ati) dal ricco appalto consistente in due lotti di lavori per complessivi 20 milioni di euro (prezzo di ag­giudicazione). Invece, Aqp preferì pagare di più: a seguito dello sfrat­to dei vincitori, le gare vennero infatti dichiarate deserte e riaggiudicate ad altre imprese attra­verso nuovi bandi: due appalti da 24 milioni andarono all'Ati «Ruta srl (mandataria» con un ribasso dell'1.69% - e 0,69% per un altro ambito territoriale -) e un terzo da 13 milioni a Conscoop. Per gli stes­si lavori gli spagnoli avevano pro­posto un ribasso del 13%. A conti fatti, l'Aqp si è accollato non meno di 5 milioni di ulteriori costi. L'ente si è così avventurato in un contenzioso che lo ha visto soc­combere al Consiglio di stato da cui è arrivato un ordine di revi­sione di quella decisione soprat­tutto alla luce delle informazioni fornite dalla «Lucente» e da «Ac­ciona». Ma l'amministratore di Aqp, l'anno scorso, ha ribadito l'esclusione.

Il ragionamento della I sezione del Tar (presidente Corrado Allegretta, relatore Francesco Cocomile) che ha portato all'acco­glimento del ricorso della Lucente (assistita dall'avvocati Giacomo Valla) e di «Acciona» (avv. Giovanni Vittorio e Sante Nardelli) muove da elementi logici e di fatto che fanno desumere una sorta di «accanimento» nei confronti della Lucente, azienda peraltro affida-taria di altro servizio da parte di Aqp in epoca successiva alla gara contestata. Insomma due pesi e due misure che lasciano aperti di­versi interrogativi a cui, proba­bilmente, dovranno trovare rispo­ste i vertici di Aqp. Il Tar, come già detto, ha ri­conosciuto in via equitativa un danno di immagine per circa l0mila euro, nonché uno curri­culare: si tratta, in questo caso, di un danno che consiste nell'impos­sibilità da parte della «Lucente» di poter vantare nel proprio curri­culum di lavori come quello che le sarebbe spettato a seguito della commessa di Aqp. L'impresa ba­rese, leader nel servizio di pulizie e sanificazione e con una storia di circa 90 anni (oltre 2mila dipen­denti), aveva partecipato alla com­messa con un impegno pari a cir­ca 2 milioni di euro. E il 2 per cento del prezzo di aggiudicazione è il riferimento applicato dal Tar per questo tipo di danno: facendo due calcoli, poco meno di 40mila euro a cui vanno aggiunti i l0mila di danno di immagine e gli 8mila di spese. Se Aqp vorrà potrà indub­biamente fare appello al Consiglio di stato: ma deve tener conto dell'altro giudizio che Acciona si prepara ad avviare.

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Autore / Fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - 14 GIUGNO 2011 -AVVOCATO GIOVANNI VITTORIO NARDELLI Studio Legale Nardelli

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