<< precedente | successiva >> |
Fotovoltaico nelle scuole la gara finisce al Tar «Quel bando è confuso»
UNA SOLA OFFERTA PER 5 LOTTI: FAVORITA UNA HOLDING
Il fotovoltaico sulle scuole della Provincia per ora illumina il contenzioso. Mentre alla Provincia è stata depositata una sola offerta per i cinque lotti comprendenti i 105 istituti scolastici da «illuminare» secondo le nuove fonti alternative» al tribunale amministrativo regionale è giunto il primo ricorso che verrà discusso mercoledì prossimo dinanzi ai giudici della I sezione (presidente e relatore Doris Durante).
Ma partiamo dalla gara. Nel luglio scorso, al termine di una progettazione iniziata con la vecchia amministrazione, la Provincia ha bandito un appalto per realizzare impianti fotovoltaici sugli istituti di sua proprietà. L'appalto è stato suddiviso in cinque lotti mentre la procedura seguita è stata quella del cosiddetto leasing in costruendo (formula finanziaria già utilizzata per la costruzione di 13 nuove scuole) che prevede la realizzazione dell'opera da parte del privato in cambio di rate di canone. Un po' come accade per le auto. Il valore complessivo delle opere, poco meno di 25 milioni di euro, deve essere diluito in 18 anni, a partire dalla consegna dei levaoli da ultimarsi entro 300 giorni. La Provincia, secondo i propri calcoli stima di realizzare economia di consumi elettrici nel corso degli anni e di ammortizzare l'investimento: dietro tutto questo c'è uno studio che è durato diversi mesi. Ma in presenza di un piatto apparentemente interessante è pervenuta una sola offerta: quella della «Cofathec», leader internazionale nel settore dell'energia (è partecipata da «Gaz de France») confluita in «GdfSuez» entità da l miliardo di euro di fatturato nel solo territorio italiano (2600 collaboratori) che passa a 14 miliardi se si considera la torta energetica europea e arriva a 80 miliardi nell'intero mercato mondiate. D'altro canto, però, leggendo il ricorso presentato dall'impresa «Guastamacchia>> (assistita dall'aro Vito Petrarota), il bando avrebbe in realtà impedito ad altre aziende di partecipare alla gara. Il motivo? Capitolato e disciplinare di gara - che rappresentano il punto di riferimento per ogni procedura ad evidenza pubblica - sarebbero stati contraddittori o addirittura evasivi determinando cosi una situazione di confusione tra le ditte inducendole a non presentare l'offerta. L'azienda ha elencato una serie di presunte illegittimità, a cominciare dalla scarsa chiarezza della «legge» di gara e per finire ai chiarimenti forniti in questi mesi alle imprese interessate che avrebbero addirittura «corretto» in corso d'opera atti praticamente blindati e immodificabili (salvo particolari procedure ad evidenza pubblica). Anzi proprio la richiesta di chiarimenti confermerebbe l'incertezza delle aziende e l'evidente contraddittorietà (secondo la tesi del ricorrente) dei documenti di gara. In particolare, la Provincia non avrebbe chiarito il ruolo del soggetto finanziatore e del soggetto realizzatore: in pratica, non sarebbero stati distinti i compiti di chi mette i soldi e di chi materialmente esegue i lavori. La Provincia, dal canto suo, rappresentata dall'avv. Giovanni Vittorio Nardelli è certa della regolarità delle procedure. Al di là della presunta inammissibilità del ricorso (l'impresa Guastamacchia non ha infatti partecipato al bando), sarebbero fin troppo chiari i compiti dell'aggiudicatario. Non va sottaciuto, tra l'altro, che quella del leasing in costruendo è una materia nuova ma che probabilmente troverà terreno fertile nelle aule del Tar.
Autore / Fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - 27 NOVEMBRE 2009- AVVOCATO NARDELLI
<< precedente | successiva >> |