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Pulire un ascensore
in 7 secondi: miracolo
della gara al ribasso
Avete mai visto pulire un ascensore in sette secondi? O tirare a lucido un bagno in un minuto? O una stanza di 20 metri quadrati in 180 secondi? All’Università di Bari per le pulizie chiedono lavoratori come Mandrake, il mago dei fumetti noto per la velocità dei suoi trucchi. L’appalto che l’Ateneo si appresta ad aggiudicare in via definitiva a un’azienda, sembra avere il sapore di una beffa per l’Ateneo e per gli stessi lavoratori. Questi ultimi, ieri mattina, hanno manifestato dinanzi alla sede dell’Università contro il piano di tagli già annunciati dalla ditta che si appresta ad entrare nel nuovo appalto. Il problema è sempre lo stesso: per partecipare alle gare, di importi contenuti (al fine di dimostrare i risparmi), le imprese scaricano i ribassi di asta e minori guadagni sulla parte più debole: i lavoratori. Con il rischio, non proprio remoto, di ritrovarsi gli ambienti non puliti per non dire igienicamente precari.
Una preoccupazione, quella manifestata dalle segreterie di Ugl, Uiltrasporti, Uiltucs, Fesica Confsal, che in una nota descrivono proprio la singolarità dell’appalto appena aggiudicato (e prossimo alla consegna dei lavori). Per la pulizia degli uffici si tiene conto di una tabella di riferimento, a livello ministeriale, che prevede la pulizia di una determinata superficie in un’ora.
Nel caso dell’Ateneo, in base alle «tabelle» centrali, il massimo consentito doveva essere tra 250 e 300 metri quadrati in un’ora. Applicando i criteri effettivi, quelli del nuovo bando «per la pulizia degli uffici dei docenti/amministrativi - si legge nel documento sindacale - è stata calcolata una resa di 400 mq in 60 minuti, ovvero bisognerebbe spolverare, spazzare e lavare i pavimenti di un’area di 400 metri quadrati in un’ora di lavoro». Di qui le proporzioni: «la pulizia di un ufficio di 20 metri quadrati dovrà essere svolta in tre minuti, mentre per la pulizia degli ascensori, nel capitolato quantificati tutti con una superficie di 1 metro quadrato, è stata calcolata una resa di 500 metri quadrati a ora per ciascun ascensore». Un parametro superiore a quello degli uffici ed esattamente il doppio del limite massimo di «resa» previsto dal Ministero. «Pertanto i lavoratori - scrivono i sindacati - avranno a disposizione sette secondi per spazzare i pavimenti, spolverare le pareti, gli specchi e la tastiera».
Il vero problema è che l’azienda subentrante, per far quadrare i conti, avrebbe già annunciato un piano di riduzione oraria del 35 per cento sui 180 lavoratori attualmente impiegati. Una vera e propria tegola che si abbatte su chi, dal 2010 ad oggi, «ha subito una serie di riduzioni delle proprie ore di lavoro ricorrendo necessariamente alla cassa integrazione».
Sull’appalto di pulizie all’Università - quello precedente fu oggetto di un contenzioso amministrativo scaturito da una segnalazione antimafia - ha avviato un’inchiesta l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, le cui conclusioni sono ormai in dirittura d’arrivo. A segnalare l’anomalia del bando dell’Ateneo, e della conguente impossibilità di poter partecipare alla gara rispettando integralmente il fabbisogno richiesto, era stata una impresa palermitana, la «Ecol. Group».
A conforto della propria tesi, oltre il riferimento alle famose tabelle ministeriali di «resa» del servizio di pulizia, l’impresa - assistita dall’avv. Giovanni Vittorio Nardelli - aveva sottolineato «l’arbitrarietà delle decisioni tecniche a monte della gara d’appalto» facendo riferimento al criterio adottato dall’Ateneo di Foggia nel tener conto del limite di 200 metri quadrati l’ora previsti dai criteri del Ministero». Sul punto, l’Ateneo ha replicato - anche nella memoria inviata all’Avcp - sostenendo di voler accettare i parametri dell’Associazione fabbricanti italiani distributori attrezzature macchine prodotti per la pulizia. Scelta rispettabile, ma che probabilmente andava motivata rispetto alla «rinuncia» del parametro ministeriale.
Autore/Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno - Avv.Nardelli - Studio Legale Nardelli
Autore / Fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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