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Il business dell'ipermercato di Cavallino: l'imprenditore Ricchiuto pagò i terreni
un sessantesimo del valore di mercato
I negozianti vinsero la causa ma in appello rinunciarono
CAVALLINO (LECCE) — Questa è la storia di un gruppo di piccoli commercianti che aveva ormai sconfitto Golia, come fece Davide. Ma a differenza dell'eroe biblico, dopo aver atterrato il gigante - l'ipermercato Carrefour di Cavallino, contro cui avevano vinto quattro ricorsi al Tar - lo hanno aiutato a risollevarsi in piedi. Ora il Filisteo è molto più forte di prima. E li ha ringraziati tutti, uno a uno, accogliendo loro o i loro parenti all' interno del centro commerciale come dipendenti.
È uno dei tanti episodi del Grande Affare sul quale si stanno concentrando, in questi giorni, le attenzioni della procura di Lecce. Un caso che vede come protagonisti l'imprenditore Tommaso Ricchiuto, uomini del suo entourage e amministratori di Cavallino, vittime come denunciano da maggio del 2001, di attentati e minacce molto pesanti. Sono loro la "parte lesa" e da quei fatti muovono le indagini, come ripete il sindaco del paese, Gaetano Gorgoni, per respingere la sensazione che possa sembrare il contrario, che cioè "gli imputati" siano loro. Ma ieri la Finanza è tornata in Comune - che non è sotto sequestro - di Cavallino proprio per fare luce sul contesto che fa da sfondo alle minacce. Un intrico di esposti, denunce, illazioni, accuse, nodi da sciogliere che ora verranno esaminati da un "super-consulente". Uno, ad esempio, la ricorda Flaviano Giannone, consigliere di minoranza di una lista di sinistra: «Perché si è deciso di vendere a prezzo di esproprio l'intera zona commerciale a un unico soggetto che poi è in condizioni di venderne le quote a prezzo di mercato?». Nel'98, infatti le aree vengono assegnate al prezzo di 23mila lire al metro quadro. Adesso/invece, il costo di produzione di un fabbricato, nella stessa area - il "comparto E" - è di circa 700 euro. Se si sottrae la metà (l'incidenza dei costi di costruzione) è facile calcolare quanto possa aver fruttato rivendere quei lotti ceduti a suo tempo dal Comune: centinaia di migliaia di euro, visto che l'intera area ammonta a 120 mila metri quadrati, per cento dei quali da costruire: si prevede la nascita di una sala Bingo, di un centro Fitness, un disco-pub, un bowling, un ristorante e un cinema multisala. Poi c'è la storia di Davide e Golia. Ovvero dei commercianti (Laura De Pandis, Antonio Ginelli, Luigi Palermo, Pasquale Caricato, Giorgio De Giorgi, Michele Dolce) che presentano ricorso al Tar, lo vincono in quattro casi, ma poi, quando l'Ipersalento - la società di Ricchiuto proprietaria di suoli e immobili della Carrefour - si appella al Consiglio di Stato, nell'agosto del 2001, misteriosamente, non si presentano all'udienza: «Giuro che una cosa del genere, in tanti anni di carriera non l'abbiamo mai vista, né io né mio padre», commenta l'avvocato Giovanni Nardelli, figlio e collaboratore di Sante, il legale del foro di Bari che ha difeso i commercianti davanti al Tar per poi «ritrovarsi, di punto in bianco e senza preavviso, abbandonati dai nostri clienti». La vittoria ottenuta dai commercianti difesi da Nardelli non era da poco. Dall’altra parte c'era un colosso come la Gs-Carrefour, assistita da un principe del foro romano come Giuseppe Guarino, mentre Ipersalento e comune di Cavallino schieravano altri due grossi nomi come Ernesto Schicchi Damiani e il senatore Giovanni Pellegrino. I negozianti che volevano sconfiggere il gigante erano riusciti a far annullare il nulla osta regionale sulla base del fatto che la Regione, nel concederlo, non aveva tenuto conto della concessione rilasciata all'lpergum di San Cesario, a pochi chilometri di lì: secondo una legge regionale non ce ne potevano essere più d'uno nella stessa area. Nel luglio del 2001, con il Carrefour appena inaugurato, decadono nulla osta, autorizzazione commerciale e concessione edilizia. I negozianti hanno vinto. Ma in appello, il 28 agosto del 2001, i commercianti fanno arrivare in aula l'atto di rinuncia aglieffetti della sentenza. Decadono anche gli altri ricorsi, presentati dagli altri avvocati. Nessun può più toccare Carrefour. E partono le lettere di assunzioni per figli, cognati, parenti dei dipendenti.
Autore / Fonte: LA REPUBBLICA DI BARI - 04 FEBBRAIO 2003- AVVOCATO NARDELLI
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